Intervento al Comitato Centrale del PdCI del 29 - 30 aprile 2000
Dal Notiziario del PdCI di Maggio 2000

Gianni Giadresco

Basterebbe frequentare le librerie per rendersi conto che, da anni, la fanno da padroni i titoli del "revisionismo" e della rivincita della destra. Sul governo vi sono non pochi "mal di pancia", ma non vi sono alternative, in una situazione che vede, per la prima volta nella storia della Repubblica, la destra raggiungere la maggioranza assoluta. Mi pare che non sia inutile ricordare che in altri tempi siamo stati al governo anche con il Re e Badoglio. Oggi, nell'emergenza grave postaci dal successo del centrodestra, non potevamo certo rinunciare alla possibilità di tentare, nei pochi mesi che rimangono alla legislatura, di salvare la democrazia. Per questo non possiamo respingere chi accetta di battersi contro la destra. Forse bisognerà porsi anche dell'altro, oltre all'appello rivolto a Rifondazione, se vogliamo unire il centrosinistra e fargli recuperare l'area dell'astensionismo. Una causa non secondaria della sconfitta del centrosinistra viene dalla sproporzione della ricchezza e dei mezzi del nostro avversario (non solo le tv; bastava guardare i muri di Roma, dai quali Badaloni replicava a Storace con un ascetico "un uomo, non un partito"). A questa immensa ricchezza possiamo contrapporre solamente idee e valori. Ma non possiamo perdere le occasioni di un necessario dialogo di massa eludendo i problemi, come nel caso della barbara legge di Berlusconi e Bossi sugli immigrati.
Perché l'immigrazione non è fenomeno transitorio e perché si tratta di un tema di fondo dei valori in cui credono i comunisti.

 
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