Gladio sapeva che Moro sarebbe stato rapito? La notizia sembra oggi molto più che una voce. Il Senatore a vita Andreotti ha chiesto al ministro della Difesa di risponderne in Parlamanto. Sono
trascorsi 24 anni dall?orrenda strage di via Fani in cui furono stroncate
le giovani vite di cinque agenti comandati a scortare una erninente personalità
come Aldo Moro, che si sapeva a rischio mortale, che venne rapita e, dopo
55 giorni, anch'essa uccisa. La nostra professione non è quella
dei magistrati e non tenteremo neppure di azzardare un giudizio sull?inadeguatezza
delle indagini che sono state svolte, dei ripetuti processi che si sono
inutilmente (o poco significativamente) celebrati, dei troppi depistaggi,
dei servizi deviati (ma quali sono quelli retti?), delle delusioni via
via provate da quanti hanno sperato, se non che fosse fatta giustizia
per le trame e i delitti del passato, almeno che fosse garantito l'avvenire
democratico della Repubblica. Ed è qui che tocchiamo il punto vero.
Perché quel cadavere gettato in mezzo alla strada di via Gaetani,
è stato l'inizio di una destabilizzazione incominciata impedendo
il compimento del disegno che era nei propositi di Berlinguer e di Moro,
il solo che potesse dare alla nostra Repubblica la garanzia della stabilità
e del rinnovamento democratico. Che Moro sia stato ucciso per impedire
che i comunisti parteci passero al governo, come li destinava il voto
di un terzo degli elettori, e come era necessario dopo il fallimento dell'apertura
a sinistra "delimitata nei confronti dei comunisti", è
un dato di fatto incontestabile. Nessuno lo proverà in un'aula
di Tribunale, ma questa è la sentenza inequivocabile della storia,
ed è il giudizio corretto della politica. (Gianni Giadresco, la Rinascita della sinistra, 24 maggio 2002) |
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