E’ uscito in questi giorni un libro scritto dal
giornalista e storico On. Gianni Giadresco per il 60° della Resistenza
e Liberazione.
Si chiama “GUERRA IN ROMAGNA” 1943 – 1945 i tedeschi,
i repubblichini, gli alleati, i partigiani fatti e personaggi.
E’ un libro destinato a fare parlare, perché presenta personaggi
“nuovi” nel panorama della Resistenza oltre a notizie storiche
ricche di particolari. Un partigiano racconta la RESISTENZA di massa
dei contadini e delle donne, episodi e avvenimenti di sessanta anni
fa, quando la Romagna fu il campo di battaglia di opposti eserciti –
Liberatori gli Anglo-Americani, occupanti i tedeschi e la Resistenza
assunse i caratteri della guerra di popolo.
L’epopea dell’8° Brigata e l’epica battaglia di
CA’ di MALANCA, la guerra partigiana nell’Appennino e la
“pianurizzazione”, i rastrellamenti e le spietate rappresaglie
tedesche e repubblichine; le leggendarie imprese di SILVIO CORBARI;
l’audace colpo del tenente badogliano all’Albergo ALTA ROMAGNA
di Santa Sofia, il sacrificio dei tre Martiri di Rimini e dei fratelli
SPAZZOLI di Coccolia; la lunga fuga dei generali inglesi dall’Eremo
di Camaldoli all’Adriatico; il miracolo di Santa Apollinare e
il “Piano Bulow”.
Questi e molti altri avvenimenti sconosciuti o dimenticati della guerra
di liberazione in Romagna (la “spy story” partigiana dell’Ori
e dell’Oss americana; ZACCAGNINI e il CLN nelle Canoniche; l’ARCIVESCOVO
rosso; la radio dell’VIII armata nel Grand Hotel di Cesenatico;
la Brigata Ebraica da Mezzano a Brisighella; ecc.). Quando la guerra
ha sostato a lungo tra la Linea Gotica vanamente sfondata a Rimini e
il fiume Senio, dove il fronte ha sostato fino alla primavera 1945:
“i duecento giorni più lunghi della Romagna”.
Il libro inquadra gli avvenimenti sullo sfondo della campagna d’Italia
e del difficile rapporto tra gli Alleati in vista della imminente fine
della guerra. In particolare la volontà di Churchill di trasformare
l’offensiva della Linea Gotica in una rapida avanzata Anglo-Americana
in direzione di Vienna allo scopo di tagliare la strada all’Armata
Rossa di Stalin. La tenacia resistenza tedesca, “le grandi piogge”
dell’autunno 1944, i fiumi della Romagna, e gli errori dei comandi
Alleati impedirono la “rapida cavalcata” dei carri armati
nella Valle Padana. In aggiunta agli avvenimenti resistenziali l’autore
dedica alcuni capitoli all’altra parte la Repubblica Sociale:
cosa fu il Fascismo e cosa è stata la Repubblica di Salò,
quando l’ex fondatore dell’impero, un Mussolini redivivo,
manovrato da Hitler tentò, proprio in Romagna, di giocare la
carta delle “Socializzazioni”, ultimo bluff della sua vita
e della sua effimera repubblica, cercando di coinvolgere i repubblicani
e i socialisti romagnoli che un tempo aveva fatto perseguitare dai suoi
squadristi.
Infine il capitolo riguardante il rapporto degli alleati con i partigiani:
dalla diffidenza reciproca alla leale collaborazione e al riconoscimento
del contributo dato dagli italiani alla guerra contro il comune nemico
nazifascista.
Di fronte ai molti tentativi di falsificare la storia, il racconto e
la conoscenza degli avvenimenti che derivano da un libro come questo,
sono indispensabili per chi voglia celebrare degnamente il 60° anniversario
della guerra di Liberazione, comprendere le ragioni patriottiche dell’Antifascismo
e i caratteri del movimento partigiano in un paese come l’Italia,
e particolarmente in Romagna dove la guerra di popolo ebbe un significato
profondamente unitario, non fu “guerra civile” né
lotta di classe, ma guerra di liberazione nazionale.
Questo libro, scritto senza odio e faziosità da un protagonista
che non vuole dimenticare (incomincia con la poesia “un s po’
sminghè” – E’ impossibile dimenticare –
di Albertina Santi Baffè), dovrebbe essere letto da tutti i giovani
che vogliono conoscere cosa sia stato il fascismo e ciò che venne
fatto, 60 anni or sono, per liberare l’Italia e fare nascere la
democrazia. E’ il libro che chi è stato partigiano deve
regalare ai suoi nipoti per dare una risposta seria e di grande unità
degli italiani – come fu appunto la Guerra di Liberazione Nazionale
– al clima dell’odio antipopolare e della divisione, tipico
del fascismo e della Repubblica di Salò.
Ettore Zannoni